Il tema della carica sociale e della sua compatibilità con l’attività lavorativa è un punto di riflessione per coloro che ricoprono ruoli di responsabilità all’interno di un’associazione. La domanda che spesso sorge è se sia possibile ricevere una retribuzione per l’impegno nella carica sociale e, allo stesso tempo, ottenere un compenso per un lavoro svolto per conto dell’associazione.
Per quanto riguarda la retribuzione per la carica sociale, è importante notare che, in caso di associazioni di tipo ODV, l’art. 34 co II del D.lgs. 117/2017 (noto come Codice del Terzo Settore) vieta espressamente ai membri degli organi sociali di ricevere compensi per la carica. Al contrario, per altre tipologie associative, non vi è un divieto normativo simile, consentendo la possibilità di stabilire una retribuzione per ruoli come Presidente, Segretario o Consigliere. Tuttavia, è fondamentale evitare la “distribuzione indiretta di utili” garantendo che i compensi siano proporzionati all’attività svolta e alle competenze richieste.
Per quanto riguarda la possibilità di ricevere un compenso per un’attività lavorativa svolta da chi ricopre una carica sociale, la situazione dipende se la carica viene svolta gratuitamente o retribuita. Nel caso di una retribuzione per la carica, è possibile percepire un compenso aggiuntivo per altre prestazioni lavorative, sempre evitando la distribuzione indiretta di utili. Se la carica sociale viene svolta gratuitamente, la questione diventa più complessa e dipende dalla tipologia di associazione, con specifiche regolamentazioni per le APS (e gli ETS) e nel contesto sportivo.
La gestione di queste questioni richiede una attenta considerazione della normativa vigente e l’attenzione a evitare qualsiasi forma di distribuzione indiretta di utili.
